Ho voluto cominciare con questo articolo perché la prima cosa che si può fare per la nostra salute è la prevenzione, e per farlo è importante l’informazione. Persone non informate pensano che sia quasi, se non del tutto, inutile fare prevenzione perché l’insorgere di una malattia sembra inevitabile. Persone molto più informate capiscono quanto è importante fare prevenzione ma pensano sia un investimento economico che non valga la pena fare. Per fortuna ci sono persone che pensano che la prevenzione sia la miglior soluzione per diminuire l’incidenza di qualsiasi tipo di patologia ed il miglior investimento da un punto di vista economico, in quanto, evita le importanti spese necessarie per le cure, le assistenze sanitarie e allevia il notevole carico emotivo che le malattie si portano dietro.

Per fare prevenzione bisogna partire soprattutto dallo stress, che è stato definito “il male del XXI secolo” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma altro non è che una risorsa preziosa per il nostro corpo, in quanto per definizione, lo stress, è “la risposta non specifica del corpo ad ogni domanda di cambiamento” (Hans Seyle, 1936). Ciò che ha portato alla trasformazione dello stress in un mostro, purtroppo, deriva dalle troppe fonti di stress a cui siamo sottoposti ogni giorno, i ritmi frenetici, le cattive abitudini alimentari e una pressione psicologica, a livello sociale, fortemente incidente sulle nuove generazioni.

Lo stress, soprattutto se prolungato, può attivare in vari modi una risposta eccessiva, cronica o comunque sbagliata, del sistema immunitario. Le cellule sotto stress rilasciano sostanze chimiche che possono portare allo sviluppo di malattie infiammatorie e/o allergiche come, ad esempio, la sindrome dell’intestino irritabile, l’asma, le allergie alimentari e le malattie autoimmuni.

Le condizioni infiammatorie croniche, inoltre, presentano un rischio significativamente maggiore di poter causare lo sviluppo di neoplasie. Infatti, molti tumori si sviluppano in un microambiente infiammatorio che è un promotore tumorale ben consolidato poiché contribuisce alla crescita del cancro, all’angiogenesi e alla resistenza all’apoptosi (morte cellulare programmata). I tessuti cronicamente infiammati e che si rigenerano continuamente hanno un aumentato rischio di mutagenesi e trasformazione maligna. Inoltre, la rapida divisione delle cellule tumorali in un microambiente infiammato può anche favorire mutazioni genetiche che hanno dimostrato di contribuire alla resistenza ai farmaci e alla recidiva della malattia. Infine, la rigenerazione tissutale indotta dall’infiammazione sensibilizza i tessuti ai danni del DNA (acido desossiribonucleico), magari sommandosi a quelli causati, per esempio, dall’esposizione ad inquinanti ambientali e/o chemioterapici.

Ci stiamo facendo sempre più male!

Questo è ciò che vorrei fare: sensibilizzare il lettore a una maggior prevenzione, coscienza sociale e attenzione all’impronta ambientale che ognuno di noi si lascia dietro di sé.

 

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA:

  1. Grivennikov S. I., Greten F. R., Karin M. (2010). Immunity, inflammation, and cancer. Cell140, 883-899
  2. Kiraly O., Gong G., Olipitz W., Muthupalani S., Engelward B. P. (2015). Inflammation-induced cell proliferation potentiates DNA damage-induced mutations in vivo. PLoS Genet11, e1004901
  3. http://www.fondazioneperlascienza.ch/news/i-legami-fra-psiche-e-infiammazioni-quando-lo-stress-ci-fa-ammalare/54468a2f8e6d7
  4. Pohl C. S., Medland J. E., Moeser A. J. (2015). Early-life stress origins of gastrointestinal disease: animal models, intestinal pathophysiology, and translational implications. Am J Physiol Gastrointest Liver Physiol309, G927-G941
  5. https://sipnei.it/